Parliamo di quello che in Italia viene etichettato come revenge porn, ma che noi chiamiamo “violazione di dati personali a sfondo machista”
Ovvero il fenomeno del rilascio di informazioni personali intime:
nome e cognome, numero di telefono e pure fotografie, anche di nudo,
da parte di maschi etero contro donne e trans.
Sono maschi che fomentano odio, usando lo stigma della puttana a proprio vantaggio, per “giustificare” la fine di un rapporto.
NON CI STIAMO!
Non è un problema tecnico, ma è un problema sociale: IL PATRIARCATO.
Chi subisce queste violenze ha il solo merito di saper esercitare la propria libertà ed usare la propria testa! Ne è prova che concludere una relazione affettiva non è una colpa ma una scelta.
Come è una scelta argomentare su che cosa è successo nella vita di coppia, affrontarlo, farsene una ragione, condividere gli sbagli, oppure utilizzare un pregiudizio sociale da medioevo, quello della prostituta, per portare avanti una violenza di genere a cui il sesso maschile ha il privilegio di non esserne sottoposto. Anzi di averlo creato.
Quindi non lo chiamiamo revenge, non c’è nessuna vendetta nel danneggiare qualcuno esponendo il suo corpo nudo. Solo pregiudizio sul suo suo sesso ed i suoi modi di fare.
Non c’è nessun porn da demonizzare. Il porno è bello e soprattutto volontario!