Grazie alle slide ed al bel talk fatto al battlemesh da Marek, informatico berlinese, possiamo aggiornarvi un po sulle produzioni e divieti, dei brevetti, macchinati e tecnologie legate ai chip.
Entretien avec Bulot,cyber-féministe.
Le cyber-féminisme aujourd’hui ça englobe plusieurs éléments, selon la définition qu’on souhaite lui donner. Cela peut être du hacking, le militantisme, disons, de la vraie vie, qui se prolonge sur internet, via par exemple les réseaux sociaux, les blogs, les newsletters féministes etc et aussi une définition, plus historique, qui date des années 1990, et qui est très spécifique à cette époque.
On peut le décrire comme un mouvement féministe qui utilise le web et les technologies informatiques pour lutter contre les inégalites femmes-hommes.
Il y a particulièrement deux éléments fondateurs du cyber-féminisme. D’abord le cyborg manifesto de Donna Harraway, publié en 1984, qui déconstruit l’opposition entre féminin et technologie, et qui est considéré comme le pilier du cyber-féminisme.
Il y a ensuite le collectif d’artistes australiennes VNS Matrix, toujours dans les années 1990, qui utilise l’informatique pour leurs revendications féministes.
En fait, ces cyber-féministes voyaient dans le web l’occasion de faire éclater l’identité féminine traditionnelle. Mais ça n’a pas vraiment fonctionné, du moins pas encore.
Intervista con Bulot, cyber-femminista. Il cyber-femminismo oggi comprende diversi elementi, a seconda di come lo si voglia definire. Può trattarsi di hacking, attivismo nella vita reale, diciamo, che si estende a Internet, ad esempio attraverso i social network, i blog, le newsletter femministe, ecc. e anche di una definizione più storica, che risale agli anni ’90 ed è molto specifica di quel periodo.
Può essere descritto come un movimento femminista che utilizza il web e le tecnologie informatiche per combattere le disuguaglianze di genere.
Gli elementi fondanti del cyber-femminismo sono in particolare due. In primo luogo, il Manifesto Cyborg di Donna Harraway, pubblicato nel 1984, che decostruisce l’opposizione tra donne e tecnologia e che è considerato il pilastro del cyber-femminismo.
C’è poi il collettivo australiano VNS Matrix, anch’esso degli anni ’90, che utilizza i computer per le proprie rivendicazioni femministe.
In effetti, queste cyber-femministe hanno visto il web come un’opportunità per rompere l’identità femminile tradizionale. Ma non ha funzionato, almeno non ancora.
– 9-10 september Feminist Hack Meetings (FHM):Publishing and Toolings
Eight, Politechneiou 8, 10433 Athens
This worksession is part of ATNOFS: A Traversal Network of Feminist Servers, a project about intersectional, ecofeminist servers happening in 5 cities (Rotterdam, Bucharest, Graz, Athens, Brussels) and organized by local groups (Varia, LURK, HYPHA, ESC, Feminist Hack Meetings and Constant).
Two groups will present their work and tools, and their approaches to technology:
– 27-30 dicembre Caos Computer Congress https://www.ccc.de/en/club – https://events.ccc.de/congress/
Quest’anno sarà di nuovo di persona. I biglietti sono difficili da avere e non li hanno ancora annunciati. Ma se ci tenete ad andarci, state aggiornate perchè entro novembre bisogna aver preso il biglietto
presentazione di “Millennium Bug – Una storia corale di Indymedia” e del documentario “In campo nemico” sul Supporto Legale del G8 di Genova a seguire.
L’incontro è un Warmup di hackmeeting
Controculture digitali, economie senza capitali, resistenza al controllo, espressione contro repressione: HACKMEETING.ORG !
9-11 settembre 2022 CSOA Gabrio, Torino
L’hackmeeting e’ l’incontro delle comunita’, delle controculture digitali e non, e delle individualita’ che si pongono in maniera critica e propositiva rispetto all’avanzare delle nuove tecnologie, sempre piu’ legate a doppio filo al controllo sociale, alle imprese belliche e alla commercializzazione di ogni spazio vitale. Tre giorni di seminari, giochi, feste, dibattiti, scambi di idee e apprendimento collettivo.
L’evento e’ totalmente autogestito: non ci sono organizzatori e fruitori, ma solo partecipanti.
“Gli Asini” è una rivista mensile, fondata nel 2011 da Goffredo Fofi e da un gruppo di insegnanti, educatori, operatori sociali e culturali, artisti, attivisti. Si è posta in continuità con le riviste dirette in passato da Goffredo Fofi, dai “Quaderni Piacentini” a “Lo Straniero”, passando per “Linea d’ombra” e “La terra vista dalla luna”.
La rivista è animata e dà voce a un gruppo di operatori culturali e sociali, impegnati in diversi ambiti dell’educazione, della formazione e dell’intervento sociale, dentro e fuori la scuola, con stranieri, adulti, bambini e ragazzi, accomunati da un’idea “forte” di educazione, intesa come fondamentale dimensione di raccordo tra cultura e morale, tra individuo e comunità. Negli ultimi anni, la rivista si è occupata sempre più anche di cultura, lavoro, ecologia, movimenti sociali, politica.
“Gli Asini” incrocia le pratiche e gli sguardi dell’intervento sociale, dell’arte, della critica, dell’inchiesta, della riflessione teorica, dell’attivismo, cercando di far sì che l’operatore sociale scriva per l’artista, che il critico letterario e cinematografico dia suggerimenti all’attivista, che l’inchiesta nutra l’arte e che la riflessione teorica si nutra di intervento. Con l’ambizione di dare strumenti utili a chi opera per cambiare l’esistente.
Vi ricordo che sabato prossimo nell’ambito dell’iniziativa semiNati presentiamo presso il teatro delle Ariette in via Rio Marzatore 2781 in Valsamoggia Castello di Serravalle lo spettacolo:
S.E.M.I.S. Spettacolo Europero di Mobilitazione per l’Indipendenza dei Semi
Per l’organizzazione sarebbe importante capire quanti saremo, fatecelo saper qui in lista oppure WA o sms al 371 1993478
« Dietro tutto quello che mangiamo ci sono dei semi, delle persone, delle storie » : Nouvelle Plague si interessa da sempre di storie nascoste, dimenticate, perdute. Quella dei semi, non è una storia sola, è una narrazione infinita di un intreccio di tradizioni; viaggi, culture e incontri spesso silenziosi perché vietati. Il tema delle semenze rurali – e quindi quello dell’alimentazione – ha molto a che vedere con la nostra vita quotidiana, eppure per la maggioranza delle persone rappresenta qualcosa di apparentemente distante, quasi invisibile. Il teatro ha la capacità di lavorare anche con l’invisibile e spesso di renderlo visibile grazie alle metafore, ai personaggi e allo spostamento di punto di vista che permette di mettere in atto. (Giulia Bocciero, NP)
L’incontro è un Warmup di hackmeeting
Controculture digitali, economie senza capitali, resistenza al controllo, espressione contro repressione: HACKMEETING.ORG !
9-11 settembre 2022 CSOA Gabrio, Torino
L’hackmeeting e’ l’incontro delle comunita’, delle controculture digitali e non, e delle individualita’ che si pongono in maniera critica e propositiva rispetto all’avanzare delle nuove tecnologie, sempre piu’ legate a doppio filo al controllo sociale, alle imprese belliche e alla commercializzazione di ogni spazio vitale. Tre giorni di seminari, giochi, feste, dibattiti, scambi di idee e apprendimento collettivo.
L’evento e’ totalmente autogestito: non ci sono organizzatori e fruitori, ma solo partecipanti.
“Gli Asini” è una rivista mensile, fondata nel 2011 da Goffredo Fofi e da un gruppo di insegnanti, educatori, operatori sociali e culturali, artisti, attivisti. Si è posta in continuità con le riviste dirette in passato da Goffredo Fofi, dai “Quaderni Piacentini” a “Lo Straniero”, passando per “Linea d’ombra” e “La terra vista dalla luna”.
La rivista è animata e dà voce a un gruppo di operatori culturali e sociali, impegnati in diversi ambiti dell’educazione, della formazione e dell’intervento sociale, dentro e fuori la scuola, con stranieri, adulti, bambini e ragazzi, accomunati da un’idea “forte” di educazione, intesa come fondamentale dimensione di raccordo tra cultura e morale, tra individuo e comunità. Negli ultimi anni, la rivista si è occupata sempre più anche di cultura, lavoro, ecologia, movimenti sociali, tecniche, politica.
“Gli Asini” incrocia le pratiche e gli sguardi dell’intervento sociale, dell’arte, della critica, dell’inchiesta, della riflessione teorica, dell’attivismo, cercando di far sì che l’operatore sociale scriva per l’artista, che il critico letterario e cinematografico dia suggerimenti all’attivista, che l’inchiesta nutra l’arte e che la riflessione teorica si nutra di intervento. Con l’ambizione di dare strumenti utili a chi opera per cambiare l’esistente.
Parliamo di server autogestiti e dove, come e di chi fidarsi per conversazioni confidenziali o appunti intimi e/o pubblicazioni verso l’universo che abbiano bisogno di qualche tutela in più per esistere e resistere.
Parliamo di server autogestiti e dove, come e di chi fidarsi per conversazioni confidenziali o appunti intimi e/o pubblicazioni verso l’universo che abbiano bisogno di qualche tutela in più per esistere e resistere.
Piccola storiella del come sono arrivata a scegliere un ebook-reader dopo 10 anni che ne volevo uno ed ora che relazione ho con esso.
– non rispetta il mio consenso sugli aggiornamenti, li fa di nascosto appena si connette ad internet e soprattutto senza tenerconto che io devo fare altre cose, quando lo connetto ad internet, mentre esso si scarica la roba, si aggiorna interrompendo le mie azioni e si rebootta. Un bell’esempio di azienda/padrone–>Kobo. Secondo me ve ne viene in mente un altra che non vi permettere di spegnere il computer perchè deve aggiornare..
Gli aggiornamenti sono importanti, ma quanto il mio CONSENSO.
Quell’oggetto è mio, l’ho pure pagato!
-Hacking.. second round: Non vedrai più l’internet… L’uso di Nextcloud locali, e/o un comando dato nella cartella giusta:
python3 -m http.server
Ecco.. a quello i progettisti ci avevano pensato 🙂 e fatto di tutto per impedirmelo!
MA in fondo ci sia arriva.. a spinta!
digito nel browser il mio indirizzo IP.. e la porta dove sto esponendo i file:
http://192.168.0.4:8000
Potevo brancolare nel buio, ma invece so quel che sto facendo 🙂
Dopo altri tentativi di scoraggiarmi, ci arrivo e vinco!
Per il momento 🙂
Sapendo definire già quasi tutte le mosse scorrette delle aziende nella produzione di oggetti digitali/elettronici, forse non ho la parola per quello che mi è appena successo:
– obsolescenza programmata?
– lock-in?
– interfacce/porte non standard
– tracking/tracciamento non consensuale..? hum..
– manipolazione della realtà/gaslighting?
Bho.. In un certo senso si.. però non ho il termine giusto..
Daje, gli smartphone sono praticamente sull’orlo di essere gettati nel gabinetto.. cioè.. smaltiti correttamente volevo dire.
Buona domenica.. e buona lettura:
Lettura consigliata: Il design non è “qualunquecosa”, ma tocca semplicemente tutto:
Nell’ultima settimana di ottobre 2019, ci sono state discussioni su Design Twitter sull’etica e sul fatto che le persone debbano o meno lavorare per “x azienda malvagia” del giorno.
Mi ha fatto capire che molti designer che parlano di etica lo fanno da un luogo di sentimenti agitati o di ricerca che non capisce le radici della supremazia bianca o molti degli altri mali della società che dobbiamo intrinsecamente affrontare in virtù dell’eredità e delle memorie a breve termine.
Solo un avvertimento… Questi non sono libri di “design”. Troppi di noi rimangono bloccati in questa tana del coniglio dove crediamo che il design sia “tutto”. Ma il design non è tutto, semplicemente tocca tutto. La vita è complessa e confusa. C’è molto poco in questo mondo che può essere “tutto” o toccare tutto ciò che lo circonda, senza conseguenze.
Di cosa trattano? I seguenti libri enfatizzano, analizzano e criticano la storia, la legge, la razza, la cultura, il femminismo, i diritti civili, la psicologia, la supremazia bianca, la sociologia e altro ancora perché credo fermamente che abbiamo bisogno di una comprensione di base per impegnarci efficacemente nel dialogo sull’etica del design. A molti di noi mancano le basi perché molte scuole di design (almeno negli Stati Uniti) ci insegnano che il design è separato da tutto il resto.
Questi libri forniranno una chiara comprensione di come siamo arrivati qui e dove stiamo andando.
Perché lo sto facendo? Tutti i designer dovrebbero avere la capacità di impegnare conversazioni difficili con sfumature e domande impegnative. Spero che condividendo questi libri, applicherete ciò che imparate per pensare criticamente a ciò che sta accadendo intorno a voi e al vostro impatto, capendo anche come coltivare l’empatia.
Puoi avere spazio per questo e altro, nonostante quello che ti dice la società. (“Sei un designer, concentrati solo sul design” 🙄)
Capire e cambiare il nostro impatto non viene dal tuffarsi direttamente nel “bruciare tutto, ANARCHIA!!!” Anch’io vorrei bruciare tutto. Ma questo non solo fa male alle persone in alto, ma anche a quelle in basso.
Quindi come cominciamo a mettere in azione i sentimenti che abbiamo verso il cambiamento positivo che vogliamo vedere? Cominciamo guardando le persone che hanno fatto il lavoro prima di noi. Collaborando e ascoltando le comunità che vogliamo intendiamo “aiutare”.
Continuerò ad aggiungere alla lista man mano che mi verranno in mente altri libri da aggiungere.
E se avete trovato questa lista utile, per favore mandate una tazza di tè come ringraziamento.
L’elenco
Questa lista non è assolutamente esaustiva o definitiva. Prendete quello che vi serve/possibile, lasciate il resto. Tutti i libri in questa lista si collegano direttamente all’editore, ai venditori di libri indie, o a WorldCat, piuttosto che ad Amazon.
I documenti accademici sono indicati da quanto segue: 📄
Infine, assicurati di usare la Library Extension, che può controllare i libri della tua biblioteca locale. Supporta le biblioteche! ✊🏾
Critica culturale femminista nera di Jacqueline Bob
Black and Blur di Fred Moten
Ma alcune di noi sono persone coraggiose di Gloria T. Hull, Patricia Bell Scott e Barbara Smith
Discorso caraibico: Saggi selezionati di Édouard Glissant
📄 “La decolonizzazione non è una metafora” di Eve Tuck e K. Wayne Yang
📄 “Decolonizing Design Innovation” di Elizabeth (Dori) Tunstall (Questo è anche incluso come capitolo nel libro Design Anthropology: Theory and Practice)
Discorso sul colonialismo di Aimé Césaire
Strategia emergente di Adrienne Marie Brown
In the Wake: On Blackness and Being di Christina Sharpe
Poetica della relazione di Édouard Glissant
La politica del design di Ruben Pater
Potere, privilegio e legge: A Civil Rights Reader di Leslie Bender e Daan Braveman
La razza dopo la tecnologia di Ruha Benjamin
Sylvia Winter: On Being Human as Praxis a cura di Katherine McKittrick
The Womanist Reader di Layli Phillips
Donne, razza e classe di Angela Y. Davis
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Per finire in bellezza…..
…. è aperta la call del TRANS HACK FEMINIST MEETING!
10 consigli per un uso responsabile degli strumenti digitali
1. Sulla mia postazione professionale, riservo le mie consultazioni su Internet per un uso strettamente professionale.
2. Limito il numero dei miei terminali (computer o cellulare) collegati contemporaneamente ai servizi digitali del Ministero.
3. Quando è possibile, uso la mia connessione internet di casa piuttosto che la rete di telefonia mobile.
4. Quando posso gestire i miei messaggi nel mio client di posta elettronica, non uso la webmail.
5. Per le e-mail: limito il numero e la dimensione degli allegati, rimuovo le immagini dalla mia firma. Condivido i miei file tramite spazi condivisi o siti collaborativi.
6. Per preparare bene le mie riunioni, condivido i documenti in anticipo in modo da poter distribuire i download.
7. Uso messaggeri istantanei come Tchap per tenermi in contatto con i miei colleghi.
8. Non esito a inviare messaggi di testo per accelerare il mio lavoro.
GLI STRUMENTI DA UTILIZZARE Ogni scuola assicura unitarietà all’azione didattica rispetto all’utilizzo di piattaforme, spazi di archiviazione, registri per la comunicazione e gestione delle lezioni e delle altre attività, al fine di:
4) semplificare la fruizione delle lezioni medesime nonché il reperimento dei materiali, anche a vantaggio di quegli alunni che hanno maggiori difficoltà ad organizzare il proprio lavoro. A tale scopo, ciascuna istituzione scolastica individua una piattaforma che risponda ai necessari requisiti di sicurezza dei dati a garanzia della privacy1,tenendo anche conto delle opportunità di gestione di tale forma di didattica che sono all’interno delle funzionalità del registro elettronico, assicuri un agevole svolgimento dell’attività sincrona anche, possibilmente, attraverso l’oscuramento dell’ambiente circostante e risulti fruibile, qualsiasi sia il tipo di device (smartphone, tablet, PC) o sistema operativo a disposizione.
ByoD = bring your own device – portati il tuo device
Stiam parlando di INFRASTRUTTURA statale VS privati proprietari
Sorting Things Out – Classification and Its Consequences
Geoffrey C. Bowker, Susan Leigh Star
Incorporazione. L’infrastruttura è affondata in, all’interno di, altre strutture, accordi sociali e tecnologie, Trasparenza. L’infrastruttura è trasparente all’uso, nel senso che non deve essere reinventata ogni volta o assemblata per ogni compito, ma supporta invisibilmente quei compiti. Portata o ambito. Questo può essere sia spaziale che temporale – l’infrastruttura ha una portata che va oltre un singolo evento o una pratica di un sito; Appreso come parte dell’appartenenza. L’accettazione degli artefatti e degli accordi organizzativi è una condizione sine qua non dell’appartenenza ad una comunità di pratica (Lave e Wenger 1991, Star 1996). Gli estranei e i forestieri incontrano l’infrastruttura come un oggetto da conoscere. I nuovi partecipanti acquisiscono una familiarità naturalizzata con i suoi oggetti quando diventano membri. Collegamenti con le convenzioni della pratica. L’infrastruttura modella ed è modellata dalle convenzioni di una comunità di pratica; per esempio, i modi in cui i cicli di lavoro giorno-notte sono influenzati e influenzano le tariffe e i bisogni di energia elettrica. Generazioni di dattilografi hanno imparato la tastiera QWERTY; i suoi limiti sono ereditati dalla tastiera del computer e quindi dal design dei mobili per computer di oggi (Becker 1982). Incarnazione di standard. Modificata dallo scopo e spesso da convenzioni conflittuali, l’infrastruttura assume trasparenza collegandosi ad altre infrastrutture e strumenti in modo standardizzato. Costruita su una base installata. L’infrastruttura non cresce de novo; lotta con l’inerzia della base installata e ne eredita punti di forza e limiti. Le fibre ottiche corrono lungo le vecchie linee ferroviarie, i nuovi sistemi sono progettati per la compatibilità all’indietro; e non tenere conto di questi vincoli può essere fatale o distorcere i nuovi processi di sviluppo (Monteiro e Hanseth 1996). Diventa visibile al momento del guasto. La qualità normalmente invisibile di un’infrastruttura funzionante diventa visibile quando si rompe: il server è fuori uso, il ponte è saltato, c’è un blackout. Anche quando ci sono meccanismi o procedure di backup, la loro esistenza evidenzia ulteriormente l’infrastruttura ora visibile. È fissata in incrementi modulari, non tutta in una volta o globalmente. Poiché l’infrastruttura è grande, stratificata e complessa, e poiché significa cose diverse a livello locale, non viene mai cambiata dall’alto. I cambiamenti richiedono tempo e negoziazione, e aggiustamenti con altri aspetti dei sistemi coinvolti.
Fonte: Star e Rohleder 1996.
Proposte di “solidarietà digitale” per la scuola pubblica